Atletico Chiaravalle: Virginia Ferroni continua la sua avventura in rosanero!

VirginiaFerroni Un'altra conferma per l'Atletico Chiaravalle che anche per il prossimo anno potrà contare sulla "piccola" Virginia Ferroni. Virginia, classe 1999 ed al suo primo anno in rosanero, è riuscita a conquistarsi l'affetto e la stima di tutti quanti: tifosi, staff e compagne di squadra. Abbiamo messo le virgolette nel definirla piccola, ed il perchè lo scoprirete leggendo le risposte che ha dato alle nostre domande. Ciao Virginia, per te questo è stato il primo anno all'Atletico Chiaravalle. Come ti sei trovata? Quando a fine Agosto il Mister mi chiese di venire all'Atletico, non potevo immaginarmi nulla di più inaspettato. Parlo al passato remoto, perché da allora tante cose sono cambiate, in un modo che mai, in quei giorni, avrei potuto immaginare. Ero piuttosto abbattuta perché ero rimasta senza squadra e con la stagione alle porte avere un'opportunità era già di per sé una gioia immensa. La novità però era arrivata così velocemente che all’inizio avevo un gran timore di approdare così all’improvviso in mezzo ad un gruppo a me totalmente nuovo, un altro gruppo con ragazze non solo più grandi ma soprattutto più esperte di me.. e con grandi obiettivi. La mia paura era quella di non riuscire ad integrarmi a pieno in un gruppo del genere. Già dai primi giorni vedevo che, invece, sembravo essere sulla giusta strada per essere accettata come una della squadra, se questo non era già accaduto, però non volevo pensarci. Mi dicevo: "magari è tutto uno scherzo" e a volte continuo a ripetermelo; succede così quando le cose belle arrivano senza preavviso: l’incredulità supera di gran lunga qualunque altro sentimento. È stato un anno intenso e totalizzante che mi ha riservato un vasto ventaglio di emozioni. Le esperienze nuove per me sono state innumerevoli ed anche le più piccole le ho accolte con meraviglia, tanto che spesso mi sono chiesta com’era possibile che io fossi finita in mezzo a tutto ciò. Ma è successo e non saprei come altro definirlo se non.. bellissimo. Sicuramente ricorderai il gol che hai segnato in casa contro l'Onda Pesarese....è praticamente esploso il palazzetto. Piaci a tutti e tutti ti vogliono bene. Come ci riesci? Dacci qualche consiglio Beh questo dovreste dirmelo voi, non so proprio cosa ci troviate in me...vabbè, a parte gli scherzi, diciamo che la mia età ed il mio aspetto fanciullesco fanno da apripista. L’ho notato anche all’interno dello stesso spogliatoio: percepisco una sorta di senso di protezione nei miei confronti, credo di fare...tenerezza? E ciò non è molto utile quando dovresti incutere timore alle avversarie. Poi c’è questa fama da intellettuale che mi sono guadagnata nell’ambito di tutta la società e che trovo molto più leggendaria che reale, ma finché serve a mantenermi tutto questo affetto che ho ricevuto...beh, non ho problemi ad accettarla. Per quanto riguarda il gol all’Onda Pesarese, certo che lo ricordo bene: desideravo tanto segnare perché volevo incidere in qualche modo, come a dare un piccolo ringraziamento all’accoglienza immediata e calorosa che mi avevate dato e la felicità che ho provato in quel momento sembrava la stessa che stavano provando tutti: le mie compagne in campo o in panchina così come chi era in tribuna. È stato incredibile. Il primo goal con una nuova maglia è sempre importante, per chiunque, ma questo...credo che i momenti davvero speciali nella vita siano quelli che non importa quanto tempo fa siano accaduti, rimangono ancora vivi nella nostra mente e nei nostri cuori e di certo il mio primo goal con l’Atletico Chiaravalle lo ricorderò per un bel pezzo. E rammenterò molto bene anche l’imbarazzo per l’intervista post partita, ma questa è un’altra storia. Qualche consiglio? Dire che bisogna semplicemente essere se stessi è banale ma è anche l’unico modo possibile: di certo non sarebbe bello essere amati per qualcosa che non si è ed è ancora più certo che non si può viver bene facendo finta di essere qualcun altro. Quali sono le aspettative per il prossimo anno? E poi, come fatto per tutte le "reduci" dalla scorsa stagione, tocca a te dirci quali sono gli episodi di quest'anno che sono stati più significativi. Dopo una stagione del genere è difficile fare previsioni ma, qualsiasi risultato si raggiungerà, spero sia ricca e coinvolgente come quella vissuta quest’anno. D’altronde la serie A2 sarà l’ennesima novità per me e perciò i presupposti ci sono tutti. Sarà certo un impegno diverso ma la società si è mostrata disponibile nei miei confronti e perciò sono davvero fiduciosa. Fare una cernita dei momenti migliori è difficile, perché durante la stagione ce ne sono stati davvero tanti: dentro e fuori dal campo. La conquista della Coppa Marche e la promozione in Serie A sono due episodi che non necessitano nemmeno di commenti tanto è palese l’emozione e la gioia che hanno portato ad ognuno di noi, me compresa. Le occasioni su cui voglio soffermarmi sono perciò altre due. La prima di queste è certamente la vittoria ai calci di rigore contro lo Scandicci: terminata la serie di tiri dal dischetto, la gioia di tutti è esplosa come un fiume in piena che mi ha investita con un impatto emotivo che raramente avevo provato prima. Con il secondo invece andrò un po’ contro corrente poiché si tratta di una sconfitta subita, ossia quella contro l’Az in Coppa Italia ma ovviamente c’è un motivo dietro questa mia inusuale scelta. Sono convinta che sia facile sentirsi parte di una squadra finché questa vince, difficile è invece rimanere uniti in caso di sconfitta. Lì a Pomezia però, ancora prima che la rabbia e il rammarico c’è stata la voglia, comune, di scrollarci di dosso quella delusione e di andarci a prendere ciò che desideravamo dall’inizio dell’anno. E ce l’abbiamo fatta. In quel momento dunque, ancor più che nei trionfi ottenuti fino ad allora, ho sentito quanto fosse davvero forte la squadra di cui facevo parte e di quanto io tenessi ad essa.